Informazioni aggiuntive
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COLLANA | |
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ISBN | 978-88-94953-59-6 |
19,00€
In questo volume sono raccolti contributi di: Roberta Ascarelli, Elisabetta Cristallini, Paola Del Zoppo, Simone Duranti, Massimiliano Gregorio, Patrizia Mania, Brunello Mantelli, Catia Papa, Luigi Principato, Lucrezia Ranieri.
Sono trascorsi poco più di cent’anni dalla fondazione della Repubblica di Weimar. La letteratura si è molto soffermata sulle ragioni del suo fallimento: una «democrazia fragile», portatrice di un progetto forse fin troppo ambizioso per uno Stato in cui la concezione del potere era ancora condizionata dalla struttura socio-politica dell’era guglielmina. La fine di Weimar è nota: squassata dalla sua stessa instabilità politica, la Repubblica finirà per essere travolta dall’avvento del regime nazionalsocialista. Eppure, in quei pochi anni, e pur con le sue contraddizioni, Weimar si è rivelata culla ideale per il fiorire delle spinte più innovative che hanno attraversato l’Europa del primo Novecento: le avanguardie, il Dada, il Bauhaus. E non solo nel campo delle arti: la Repubblica di Weimar ha rappresentato un paradigma per tutto il costituzionalismo democratico novecentesco, una radicale trasformazione del concetto stesso di Costituzione.
In questo ricco e documentato volume, storici, giuristi, storici dell’arte e della letteratura si interrogano sull’esperienza sociale, culturale, politica della Repubblica di Weimar, illuminata e contradditoria, e sui suoi lasciti capaci di offrire nuove prospettive alla lettura della realtà.
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ISBN | 978-88-94953-59-6 |