Anteprima | Ilaria Alpi

“Ilaria Alpi” di Lucia Guarano e Mattia Ammirati è il secondo volume della collana “Donne sul fronte” nata dalla collaborazione tra Round Robin editrice, Il Fatto Quotidiano e Paper First. Ogni settimana un graphic novel vi racconterà la storia di donne e giornaliste impegnate in scenari di guerra.  Sette numeri tutti da collezionare per conoscere la storia di donne che hanno fatto la Storia. 

[di Lucia Guarano] «Come in tutte le grandi ragnatele di occultamento, quando la piovra blocca la verità da tante parti, in realtà basta tagliare un tentacolo solo e si ottiene un effetto valanga». Luciano Scalettari, giornalista di Famiglia Cristiana, già consulente della commissione Parlamentare  sull’omicidio Alpi-Hrovatin e autore di diversi libri sul caso, non ha dubbi.

«Lo scenario generale di quanto accaduto è abbastanza chiaro. Non sappiamo le cose specifiche, quali armi, quali rifiuti, quali vettori, quali destinatari; frammenti che non sono mai stati messi all’interno di un puzzle complessivo, ma che possono dare un quadro molto chiaro di un segreto così importante, così grave da arrivare a uccidere due giornalisti. Non si è riusciti a dare a Luciana e Giorgio [i genitori di Ilaria Alpi] una verità  giudiziaria e dei colpevoli; sono morti prima purtroppo. Ma c’è un altro atto dovuto. È verso gli italiani e verso tutta la categoria di giornalisti: dire al nostro paese in quale segreto Ilaria stava mettendo il dito. Questo ci riguarda tutti, è un problema del nostro paese perché se lo Stato mette in atto dei depistaggi, credo che noi dobbiamo sapere perché li mette in atto e dobbiamo individuare i colpevoli istituzionali di questi depistaggi».

Chi era Ilaria Alpi?
«Ilaria Alpi apparteneva a quella generazione di giornalisti che ha
la curiosità e l’impertinenza per fare le domande scomode e non  accontentarsi di riposte di circostanza. Non la definirei una giornalista d’inchiesta perché in realtà non lo era. Ho iniziato a seguire l’omicidio Alpi nel 1998, perché mi occupavo di Africa. Nel momento in cui in un paese africano vengono uccisi due giornalisti e, contemporaneamente, da diversi paesi africani si viene a sapere di episodi poco chiari di trasporto di materiale tossico e armi, un giornalista comincia a fare domande. E anche Ilaria Alpi si è probabilmente trovata a entrare sempre di più dentro una vicenda che non rappresentava la sua principale attenzione, rivolta invece alle vittime della guerra. Poi nel momento in cui i conti non tornano, capisce che ci sono delle situazioni che sfuggono alla logica dei fatti. Se andiamo a vedere il suo percorso, già nel primo dei suoi sette servizi, riprende un volantino somalo che girava in quei giorni in cui si parla dello sperpero dei soldi della cooperazione, dell’inutilità di questa grande massa di denaro e del fatto che fosse finita in tangenti. Questo lo fa nel ’92 e
in Italia è appena iniziata la stagione di Mani Pulite. All’inizio, Ilaria si trova di fronte un impegno straordinario di fondi e strutture da parte dell’Italia in Somalia, ma muovendosi sul campo si rende conto che c’è qualcosa che non quadra tra l’impegno in atto e i progetti che vengono realizzati. Viene anche a sapere delle inchieste che ci sono a Milano sugli stessi progetti. Viene portata dentro una vicenda che la spingerà a un impegno sempre più investigativo. A un certo punto, con ogni probabilità riceve indicazioni molto precise, quelle di fronte alle quali un giornalista che vuole andare a fondo a una questione non si tira indietro. Si muove con una determinazione e recisione tali che indicano evidentemente la presenza di una fonte o un documento in grado di indirizzarla. E, come è giusto che sia per un giornalista serio, va avanti. E lo fa, probabilmente, senza rendersi conto che ha messo un dito in un ingranaggio grande al punto da decidere di uccidere due giornalisti perché sono diventati testimoni scomodi».

Cosa scrivono i giornali della collana “Donne sul fronte”:

Ansa

Fumetti badtaste

Comicus